A PROPOSITO DI 1° MAGGIO

IL MIO VICINO NEI BANCHI DEL CONSIGLIO COMUNALE ANDREA BORSELLI mi ha inviato il suo parere sul 1° maggio che volentieri pubblico!

Cari Amici
Mi permetto di inserirmi nel dibattito che si è svolto in questi giorni sui giornali e che ha mostrato ancora una volta un partito diviso sui temi che riguardano il mondo del lavoro. Sia si tratti dell’accordo FIAT sia si tratti di tenere aperti i negozi a Firenze il primo Maggio.
Devo premettere che non mi piacciono le forzature che gli amici consiglieri hanno fatto sulla stampa, per quanto riguarda l’apertura dei negozi per il primo maggio, avrei preferito una franca discussione all’interno del gruppo e l’espressione di un parere ragionato insieme.
Io personalmente penso che nella storia dell’umanità la conquista del giorno di riposo settimanale, per noi la Domenica, abbia aperto la mente dell’uomo a una visione non solo utilitaristiche della vita, creando le premesse per la ricerca di nuovi valori, sia religiosi che laici come lo svago, la meditazione, il riposo. In questo percorso di emancipazione, le feste hanno avuto un ruolo fondamentale.
Oggi la produzione industriale ha diviso, sia il lavoro sia il tempo dedicato ad esso da quello della vita quotidiana, in passato il lavoro e gli intervalli da esso, da dedicare ad altre funzioni familiari, avevano un ritmo naturale dallo spuntare del sole al tramonto secondo le stagioni.
Io personalmente eviterei di aprire nei giorni festivi tutte quelle attività non necessarie come la vendita di prodotti alimentari o abbigliamento, cioè quei prodotti che possono essere acquistati in qualsiasi altro momento del nostro tempo, lasciando aperti quei servizi che non possono essere fruiti in altri giorni, come servizi pubblici, ristoranti alberghi eccetera. Devo riconoscere che questa mia aspirazione è stata scavalcata da troppe deroghe date a centri commerciali e ipermercati aumentando la difficoltà del piccolo commercio e trasformando un centro commerciale da centro per gli acquisti a luogo dove trascorrere il tempo libero, magari con l’intera famiglia.
Perciò per quanto riguarda il primo maggio penso che salvare almeno, insieme alle principali feste religiose, alcune ricorrenze per un momento di riflessione sui temi del lavoro su quelli della repubblica e della liberazione sia giusto.
Tra l’altro se pensiamo che stare aperti qualche giorno in più possa salvare il commercio tradizionale commettiamo un errore perché dalla liberalizzazione degli orari traggono vantaggio soprattutto le grandi strutture commerciali, è un po’ come il doping nello sport: se lo usi ti da’ un vantaggio ma se tutti smettono si ritorna ai veri valori individuali.
Cordiali saluti e grazie per l’attenzione.
Andrea Borselli

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