MA è giusto o no privatizzare l’ Ataf?

 

Non ero presente in consiglio comunale al momento di votare l’atto di indirizzo

che potrebbe portare alla privatizzazione dell’ Ataf.

Per questo ci tengo a precisare la mia posizione.

Privatizzazione Ataf: anch’io avrei votato sì.

Non ero presente in consiglio comunale lo scorso 22 dicembre a causa di importanti impegni di lavoro, ma se fossi stato presente avrei votato sì come hanno fatto i miei colleghi del Partito Democratico. Sarei entrato  anch’io nella lista dei “proscritti” da epurare, messo alla gogna sui pali dei semafori del centro.  Sento quindi il dovere  di rendere nota la mia opinione.

Il processo che avvia la privatizzazione del ramo gestionale di Ataf , votato dal Consiglio  lo scorso 22 dicembre,  è un evento che, per quanto “sofferto” e “doloroso”, è  inevitabile e necessario per dare all’azienda e ai suoi lavoratori prospettive per il futuro.

L’inevitabilità della scelta della privatizzazione sta (anche se viene poco detto e sottolineato),  nelle leggi di questi ultimi anni che hanno privato i Comuni  della possibilità di continuare ad avere proprie aziende di gestione del trasporto pubblico a cui affidare direttamente i servizi e alle quali  continuare a garantire le risorse necessarie per offrire livelli di servizio commisurati alla domanda dei cittadini a tariffe (cioè a prezzo del biglietto) sostenibili.

Vorrei che si tenesse tutti ben presente che al contrario dell’acqua, materia prima irrinunciabile e insostituibile, i servizi pubblici locali sono per legge aperti al mercato per favorire la concorrenza dei prezzi e sono soggetti a gara pubblica europea.  Fin dal 2000 ATAF svolge i servizi sul territorio, non perché è il braccio operativo dei Comuni soci (primo fra tutti il Comune di Firenze), ma perché ha vinto una gara concorrenziale indetta dalla Provincia di Firenze che è il vero “regolatore” del contratto, delle condizioni del servizio, del prezzo del biglietto e del “passaggio” al gestore  dei finanziamenti “aggiuntivi” dello stato attraverso la regione.

I Comuni hanno dunque perso il “governo” diretto del trasporto pubblico locale. Non solo   non dispongono più delle risorse  “ad hoc”, ma addirittura se operassero ricapitalizzazioni delle società  di gestione ancora di loro proprietà, violerebbero altre leggi (anche comunitarie) che vietano l’erogazione di aiuti pubblici ad imprese che “stanno sul mercato” come è appunto oggi Ataf .   I Comuni non possono fare il mestiere dell’imprenditore. Non possono stare sul mercato e competere direttamente con i privati  perché non possono affrontare i necessari processi di riorganizzazione ed investimento industriale che tali aziende devono intraprendere proprio per essere “competitive” e pronte rispetto alle sfide concorrenziali che le attendono.  Per Ataf e per le altre aziende toscane del tpl questo è ancor più vero alla luce del fatto che la “competizione” si “allarga” e diventa più impegnativa  per effetto dell’affidamento dei servizi che dovrebbe “spostarsi” dal livello provinciale a quello dell’intera regione a seguito della gara unica regionale di prossima uscita. E non è scontato che Ataf vinca la futura gara regionale……..

Ci aspettano tempi terribili. I tagli del governo e della regione sono  e saranno enormi. Si prevedono tagli sui finanziamenti e sui rimborsi/chilometro. Bene fa il sindaco Renzi a lottare per avere maggiori risorse per la peculiarità del territorio fiorentino minacciando di non partecipare alla gara regionale. Ma non possiamo tagliarci fuori. Sarebbe un suicidio.
Se una percentuale cospicua dei lavoratori di Ataf rischierà il posto di lavoro sarà per i tagli dei servizi, non sarà colpa della privatizzazione.  Anzi! Per garantire i posti di lavoro dei dipendenti, per mantenere i servizi ai cittadini a costi contenuti, per sviluppare le capacità produttive di Ataf, esiste una sola strada: prefigurare il passaggio della proprietà  dell’azienda a  veri operatori industriali del settore del tpl  che possono disporre ed impiegare risorse , mezzi, organizzazione e sinergie  d’impresa, per  assicurare la continuità e il rilancio dell’azienda stessa e le positive ricadute che la sua  presenza  ha garantito fin ora e deve continuare a garantire sul territorio,  sull’economia e sull’occupazione locale.

Altri sono i temi sui quali rivolgere le nostre preoccupazioni:  la gara regionale, i rimborsi/Km ridotti all’osso imposti dalla regione, la razionalizzazione del personale, la produttività del lavoro, la correttezza della futura gara, la gestione di Ataf spa dopo la scissione con Ataf gestioni, il coinvolgimento dei sindacati nelle scelte aziendali, la concorrenzialità dell’azienda.  Su questi temi intendo impegnarmi nei prossimi mesi offrendo anche, la dove richiesto, il mio personale contributo.

Massimo Fratini presidente della commissione Bilancio del comune di Firenze