Apertura dei negozi

APERTURE DEI NEGOZI. RIFLETTIAMO SU ;

LAVORO, RIPOSO E SENSO DELLA FESTA

(di Massimo Fratini)  Pubblicato su Toscana Oggi del 16 gennaio 2011

Il Comune di Firenze il 27 dicembre ha emanato un’ordinanza che disciplina gli orari del commercio per il 2011. Le novità principali sono l’apertura il 6 gennaio, 21 giorni di deroga per i negozi fuori del centro storico,(a fronte del massimo di 23 previsto dalla regione toscana) e la facoltà di aprire il 1° maggio per i negozi del centro. Quest’ultima apertura è stata motivata con i grandi flussi di turismo che si hanno in quel giorno che potranno consenire di alleviare i morsi della crisi.

Ricordo che già dagli anni passati era possibile aprire nel centro storico per Pasqua, Lunedì dell’angelo, 25 aprile, 15 agosto.

All’altare del consumismo si era già sacrificatala Pasqua. Oggi è arrivato il tempo del 1° maggio.  E domani?. E’ urgente  – a mio avviso – fermarsi un attimo a riflettere su dove stiamo andando.

Mi ha colpito molto il commento del sindaco che per giustificare la sua scelta   “Non parliamo di cose astratte. Entriamo nel merito delle questioni, non rimaniamo nel vago delle ideologie. Il vero tema non è la possibilità o meno di aprire, ma i diritti dei lavoratori.”  Secondo me ci sono delle questioni di fondo  a monte  che devono dirigere e orientare le scelte amministrative.

A quale modello di uomo e di città ci si vuol riferire? A un modello meramente consumistico che spinge a monetizzare e consumare tutto, o a un’idea di uomo che valorizzando il tempo del riposo e della festa aiuti ad emanciparsi umanamente e spiritualmente? Scegliere di adeguarsi al liberismo sfrenato che fa dell’uomo un semplice consumatore non è una scelta politica oculata. Mi rendo conto che  è importante anche fare i conti con la realtà produttive e le complessità del mondo di oggi. Capire quali possono essere i compromessi è compito della politica. Qual è la mediazione corretta? Quella del comune di Firenze? Non lo so. Non sono un tecnico. Pongo solo alcune domande. Entrare nell’ottica della concorrenza sfrenata porta all’emancipazione della persona o al suo abbrutimento?

Oggi si è perso il valore della festa, del riposo come bene imprescindibile della persona umana.
Cosa vuol dire oggi emanciparsi? Pensare di scacciare la crisi con l’apertura festiva? Ma non scherziamo!!
Nella genesi  il 7° giorno è l’unico che Dio consacra. Non è un giorno in più. Il riposo è parte integrante del lavoro dell’uomo, una sua ideale prosecuzione, il suo completamento.

Il tema del diritto al riposo  è balzato agli onori della cronaca perché si è concessa la deroga il 1° maggio per il suo alto valore simbolico. Incarna (non ricorda soltanto) le lotte per l’emancipazione dell’uomo, di tutto l’uomo, della sua dignità dei suoi bisogni più profondi. Ma a mio avviso è ancora più grave aver concesso ormai da anni la possibilità di aprire il giorno di Pasqua. Per i cristiani è la festa più importante dell’anno addirittura più del 1° dell’anno, del Natale e di santo Stefano (giorni dove è prevista la chiusura obbligatoria). Se si ritiene di chiudere questi tre giorni per motivi di identità culturale (oltrechè religiosa), a maggior ragione si dovrebbe chiudere per Pasqua.
E non mi si venga a dire che ormai si va verso la liberalizzazione  completa del commercio. Occorre tenere il passo con i tempi. Bene: penso che questo sia un’aggravante e non una scusa.
Mi si dirà: che senso ha chiudere i festivi o per Pasqua  se i centri commerciali sono aperti? E’ concorrenza sleale.
E’ vero! ma allora il tema non è adeguarmi alle esigenze delle nuove cattedrali del consumo, ma fare la battaglia per farle chiudere nei giorni di festa in modo da consentire a tutti di riappropriarsi della propria libertà di vivere il tempo libero. E’ importante riscoprire il senso vero della festa, così come dicevano i martiri di Abitene “sine dominico non possumus”. E’ una battaglia di Davide contro Golia?  Non lo so. Ma , come ha detto il sindaco ricordando la frase di Rostand cara a La Pira, “bisogna forzare l’aurora a nascere, credendoci”.

Massimo Fratini

Consigliere comunale PD

One thought on “Apertura dei negozi

  1. La scelta di aprire i negozi il 1° maggio – essendo essa la festa del lavoro e dei lavoratori – non mi pare dettata dal “buonsenso” anzi è proprio un “controsenso”.
    In merito al dibattito in corso su apertura dei negozi per le domeniche e feste varie trovo sia molto sbagliato. Prima di tutto per la vita delle famiglie: è indispensabile che genitori e figli, insieme, abbiano la possibilità di vivere un giorno, quello di festa per tutti loro, insieme. L’alternativa è quella di “dividere” in se stessa la famiglia che già sta subendo molti attacchi e pochi aiuti.
    Similmente la vita “sociale” ha bisogno di uno spazio “certo” per vivere come vero corpo sociale. L’alternativa, desiderata dagli “adoratori del denaro”, sarà una società disgregata e snaturalizzata che si crederà “libera” perchè potrà consumare quanto vuole e di più.
    Anche la vita di fede è posta in grave pericolo perchè si aumenterà la percezione “che un giorno vale l’altro” mentre la Domenica è il giorno del Signore.
    Concludo con una proposta: impegnamoci seriamente a non freguentare i negozi e i Centri Commerciali nei giorni festivi. Invitiamo tanti a fare così. Sarà il miglior modo per combattere questa battaglia. E vincerla. Grazie.

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