Bene comune possibile e valori non negoziabili

Sabato scorso 13 novembre ho parcecipato a Roma ad un incontro organizzato dall’Azione Cattolica, dal titolo : “al servizio del bene di tutti” diretto ad amministratori locali (dalle regioni alle circoscrizioni). E’ stata la prima volta che oltre 300 iscritti all’associazione impegnati in politica hanno potuto confrontarsi non solo su temi ecclesiali, ma su argomenti prettamente politici.
L’esperienza è stata davvero molto interessante. Al di là delle appertenenze gli spunti “sul campo” sono stati tanti, così come le richieste di aiuto, di collaborazione, di confronto di approfondimento. E’ stato un modo davvero bello di condividere idee ed esperienze. Ad esempio, confrontantandomi con una consigliera comunale del Pd di Parma, ho saputo che riguardo alle politiche per la famiglia il famoso “quoziente Parma” non è tutto oro come sembra. Ho riscontrato che come comune di Firenze sulle politiche a sostegno della famiglia non abbiamo niente da imparare da loro.
Il messaggio forte che m’è parso di cogliere dal convegno è stato che nell’azione politica occorre sempre rifarsi ai valori di riferimento cristiani che ci hanno motivato nell’impegno. Ricordo il discorso di insediamento del sindaco Renzi: “ricordiamoci di non tradire mai i valori che avevamo quando siamo partiti”. Ma come si fa a declinare questa idea di fondo? Ci sono due modi: Imporre e difendere ad ogni costo i cosiddetti “valori non negoziabili” evitando sistematicamente il confronto, oppure declinare i valori cristiani lasciandosi interpellare dalla realtà e partendo dai bisogni veri delle persone. In altre parole: bene comune assoluto o bene comune possibile? Ormai da anni, parafrasando La Pira, ho intitolato il mio blog “non più muri ma ponti”. Creare ponti – sempre – evitare le chiusure che creano sempre guerre di religione e atteggiamenti violenti di risentimento e a volte di odio. Essere aperto al dialogo non vuol dire accettare supinamente le ragioni degli altri, ma trafficare i propri talenti cercando di argomentare sul piano culturale le idee e i valori che ispirano l’azione politica. In pratica: essere sempre disposto a rendere ragione della speranza del mio credere.
Ma, quali sono i “valori non negoziabili”? Il valore della vita? La famiglia fondata sul matrimonio? ……….i cosiddetti temi etici sensibili? . Certo, su questi temi il confronto con i cosiddetti laici laicisti è aperto, duro, spesso aspro e con molte barriere ideologiche da superare. Il cammino è lungo. Ma la voglia di confrontarsi non deve mai mancare. Su questi temi molti politici si arroccano su posizioni di principio rifiutando il confronto con l’intento nemmeno poi tanto mascherato di ammiccare verso la gerarchia ecclesiastica, cercandone la benedizione.
E’ del 17 novembre l’attacco di Toccafondi a Renzi, reo di aver detto nella “carta” finale della convention alla Leopolda che si devono permettere le unioni civili come nei Paesi civili. Permettere le unioni civili non è uguale a promuoverle, per me è uguale a permetterle. Certo questo non vuol dire riconoscere medesimi diritti. Vuol dire semplicemente che è un tema sul quale dovremo discutere nel merito. E’ un tema da mettere all’ordine del giorno dell’agenda politica.
Per me sono anche altri i valori davvero non negoziabili che sono emersi chiaramente dal convegno di Roma: Ripartire dagli ultimi, farsi carico sempre dei più deboli, creare una società aperta al dialogo e all’accoglienza, l’inclusione sociale, l’impegno costante per la pace. Su questi temi non sono disposto a contrattare perché li ritengo costitutivi della comune coscienza comunitaria. Questi sono i temi che Toccafondi non cita nel suo intervento . Del resto è difficile sostenere con forza ad esempio l’accoglienza del diverso quando si è alleati con la Lega nord.
Nel solito testo di Renzi preso a riferimento, la cosiddetta “carta della leopolda” io leggo anche “crediamo nel bene comune, nella cosa pubblica, nell’impegno civile, …ritrovare le parole della speranza. ….. che dica no al consumo di suolo e si al diritto di suolo e di cittadinanza …”
Resto tuttavia convinto che si possa, anzi si debba parlare di politiche a sostegno della famiglia. Anzi penso che (come mi dice sempre un cittadino) fra il dire e il fare …..c’è di mezzo il cominciare a fare. E a Firenze in questi mesi sulle politiche familiari, si è davvero cominciato a fare!

Massimo Fratini consigliere comunale di Firenze