Frammenti N°52 – Lo SPREAD della politica

Tra i tanti spread incalcolabili, ce n’è uno che da tempo cattura la mia attenzione: la distanza tra la qualità dell’impegno civile e sociale nei territori e quello profuso dalle classi dirigenti regionali e nazionali. Mentre nelle strade delle nostre città vediamo fiorire e consolidarsi, dall’unione virtuosa di realtà laiche e cattoliche, iniziative di formazione al bene comune, di solidarietà progettuale, di assistenza concreta agli ultimi e ai penultimi, vediamo i partiti sempre più arroccati dentro il Palazzo e arroventati in discussioni che riguardano il proprio ombelico e poco più. È questa evidenza che mi porta a contrastare, da molto tempo, quella teoria secondo la quale “gli eletti sono lo specchio degli elettori”. Penso esattamente il contrario: questo popolo porta con sé un seme di profezia e generosità ben superiore a quello espresso da chi li rappresenta. Non solo: credo fermamente che il meglio dell’Italia sia quasi scientificamente tenuto alla larga dai partiti e dalle istituzioni, quasi per non “contaminare” un sistema di privilegi e mediocrità.

…………………….: avere partiti che abbiano tutti il “vincolo” dell’apertura al territorio e “incarichi a tempo determinato”, avere un sistema decisionale più snello ed efficace dotato di adeguati contrappesi (conflitto d’interesse e contrasto alla corruzione in primis), rappresenterebbe un elemento di rinnovata credibilità e, forse, porterebbe un filo di entusiasmo in cittadini-elettori ormai esausti. Tutti gli ultimi dati sull’astensione, in fondo, sono un j’accuse preciso all’inerzia dei partiti e alla credibilità delle istituzioni stesse.

Non è vero, infatti, che la partecipazione è morta, che le persone si mobilitano solo per interessi particolari o localistici, che si è perso l’afflato verso il bene comune, verso un disegno complessivo del Paese e della comunità che lo abita…………..

Franco Miano  Avvenire del 24/11/2013

                                                                                                                                                                                                                                                                 

 

Quando si parla di politica quello che mi colpisce è che nessuno parla più di speranza.Speranza in un futuro migliore, in progetti e politiche che siano al servizio dei cittadini. Sul posto di lavoro, dal barbiere, su facebook,  quando incontri i vecchi amici, nei pranzi con i parenti. E’ sempre la solita solfa. Non c’è più speranza. I politici non sono affidabili. I partiti sono diventati comitati d’affari. Il bene comune è solo una bandiera dietro la quale si nascondono inefficienze e favoritismi. Quello che manca oggi è la parola speranza.

Spes contra spem diceva La Pira. Lo diceva così spesso che alla fine diventò il suo motto più efficace. Simbolo dell’idea audace di chi osa l’inosabile.

Eppure a ben vedere i germogli di speranza ci sono. Al di sopra (o al di sotto) di tutti i fiumi di parole dei vari Ballarò, Mezz’ora, Agorà, Servizio Pubblico ecc. Ha ragione Franco Miano: sul territorio ci sono tante persone che lavorano nascostamente e che rendono onore alla parola “politica”. In questi quattro anni di lavoro in consiglio comunale ne ho incontrati tanti. Sia nelle file della maggioranza che in quelle della minoranza. Ho incontrato persone che, al di la dei personalismi (che sono sempre presenti: ci mancherebbe) mettono al primo posto il servizio agli ultimi ai più deboli e che tentano, con le poche risorse a disposizione, di dare delle risposte sul campo ai problemi veri della gente. Recentemente ho avuto modo di apprezzare l’impegno della giunta di Firenze per limitare i danni degli sfratti per morosità incolpevole o per aprire un numero maggiore di asili nido.

Certo però guardando il panorama nazionale siamo tentati di farci prendere dallo sconforto. E’ lo spread di cui parla Miano. La nostra classe politica nazionale è davvero distante. La cifra dell’impegno politico è direttamente proporzionale alla fedeltà al partito, al movimento, al gruppo di pressione; insomma: al potente di turno. L’operazione di Alfano ad esempio ha solo il compito di assorbire i voti di quel centro destra ostile a Berlusconi ma che poi con lui si alleerà. Ma la politica nazionale è solo ruberie, posizionamenti. Una continua esposizione di servi sciocchi! Ma è davvero così?

Io non ci credo. Non ci voglio credere! Anche a livello nazionale intravedo concreti segni di speranza e di cambiamento.

Le primarie del PD mi hanno appassionato. Per una volta, non si scontrano solo tre persone, ma tre mondi. Tre modi diversi di vivere la politica e di rispondere alle domande degli uomini di oggi. Da Civati (l’estremista) a Cuperlo (il rassicurante) a Renzi (il comunicatore). Leggendo i programmi e confrontando i discorsi, stavolta ho intravisto tre visioni diverse. Tre stili, Tre modi di far politica diversi. Cuperlo molto attaccato alla tradizione “della sinistra italiana” dove insieme –nel partito- si prendono decisioni, si assumono problematiche. Dove in assemblea, negli organi si affinano le idee e poi si rende conto e si decide chi dovrà poi impegnarsi.

Renzi fautore del partito liquido, snello. Pronto a intercettare gli umori e i bisogni della gente, non disdegnando (anzi cercando) i voti del centro destra. Si sforza costantemente di scegliere posizionamenti avanzati rispetto ai problemi. “Di sinistra” dice lui. Declina in modo nuovo e moderno l’essere di sinistra. Sostenitore (a parole) del governo Letta ma capace di bordate impressionanti.

Civati cerca la modernità, la ricerca, l’Europa. Oppositore convinto di Letta cerca spazio fra i giovani con idee innovative anche rispetto alla forma partito.

Ebbene: io ritengo che questa volta, al di là dei personalismi e delle “squadre di tifosi” si possa scegliere  idee e strategie davvero diverse che rispecchiano anche sensibilità particolari all’interno del centro sinistra. Aspetto le vostre riflessioni e considerazioni. Prometto che risponderò a tutti.

 

LE PRIMARIE DELL’8 DICEMBRE

Diamo fiducia al partito democratico. Credo che davvero questa volta si possa cambiare l’Italia. Andiamo in massa a votare l’8 dicembre. La mia posizione è nota. Tre mesi prima delle primarie Renzi/Bersani dalle pagine di Frammenti ebbi a scrivere: “E’ meglio vincere con Renzi che perdere con Bersani”. La penso sempre allo stesso modo.!!! Non credo che Cuperlo e i “Cuperliani” ci possano portare a governare questo paese. Ritengo invece che Renzi e i “Renziani” abbiano idee innovative, capacità comunicative e passione politica per poter ritornare al governo.

Allora mi permetto di rivolgere due appelli:

1° Domenica 8 dicembre tutti a votare RENZI nelle 51 sezioni elettorali della città

2° Se avete voglia di darci una mano per l’organizzazione (servono almeno 350/400 volontari), fatemelo sapere. C’è bisogno di tutti coloro che hanno a disposizione anche poche ore……..

 

URGENTE – SCRUTATORI AVANTI C’E’ POSTO (ENTRO IL 30 NOVEMBRE)

Ricordo a tutti che  il 30 Novembre è il  termine ultimo per l’aggiornamento annuale dell’albo degli scrutatori del Comune di Firenze.

Chi è interessato a svolgere la funzione di scrutatore alle prossime elezioni amministrative ed europee del 25 maggio 2014 deve essere iscritto al relativo Albo.  Chiedetemi la domanda per e-mail  all’indirizzo massimo@massimofratini.it . Mi raccomando …. Restano pochi giorni.

 

LA CASINA ROSSA- prendi nota -

Il prossimo incontro alla Casina Rossa sarà il 5 dicembre 2013 dalle 19,00 in poi (con cena condivisa). Prima di cena parleremo di primarie del PD. Dopo cena sarà con noi Livio Giannotti (Amministratore Delegato di Quadrifoglio). Segnatevi la data. A breve arriverà il dettaglio dell’incontro!

 

Duc in altum

 

Massimo Fratini

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