BUON NATALE

 

                             

 

BUON NATALE A UN CARCERATO  (Frammenti 37)

 

Egr Sindaco, Spett. Consiglio comunale

Cogliamo l’occasione per partecipare anche noi a questo consiglio che prevede l’audizione del garante dei detenuti dott. Corleone……………Il sovraffollamento è cronico: senza troppe parole, numeri: su una capienza di 400 posti, siamo in 1100! Scusate la brutalità: un suino ha diritto in allevamento a 6,2 metri quadri a capo, noi ne abbiamo 2,6.

Essere tanti vorrebbe dire avere a disposizione molto più personale del Ministero, prima di tutto guardie carcerarie. Senza di loro non possiamo frequentare tutto ciò che serve al nostro reinserimento nella società che è lo scopo primario della detenzione: la nostra rieducazione ai valori di convivenza e civiltà. Le guardie sono sempre presenti per i nostri spostamenti dentro e fuori dal carcere, per i vari corsi scolastici, per le diverse attività lavorative, alle visite mediche interne e esterne.

Qui in carcere  tutto  si rallenta, si dilata, insieme ai tempi di consegna della posta e dei pacchi. Le cucine devono, con le stesse strutture di  400 persone, cucinare per 1.100 per tre volte al giorno. Tutto diventa difficile, rarefatto , facendoci vivere i giorni, i mesi e gli anni in un’Italia borbonica. E’ questa la nostra rieducazione? O è affidata solo alla buona volontà dei nostri educatori, troppo pochi, pochissimi, a volte unico baluardo davanti a un mare di richieste fondamentali per la nostra vita in carcere e futura, ma che si trasformano in inaccessibili. Le associazioni di volontariato, che ringraziamo per l’impegno, non ce la faranno mai ad assolvere tutte le nostre richieste: siamo tanti e non veniamo da realtà semplici……………(segue un elenco di proposte  precise e dettagliate per  “i politici”)

……….L’impegno attuale degli assessorati alla Sicurezza sociale del comune e della provincia saranno ridotti a causa dei tagli agli Enti locali.  E allora, quali prospettive per noi….? O si attivano degli strumenti  o buttate via le chiavi…………….

 

(5 dicembre 2011: lettera scritta da un gruppo di detenuti del carcere di Sollicciano al consiglio comunale di Firenze)

 

Cari fratelli e sorelle, con grande gioia e commozione sono questa mattina in mezzo a voi, per una visita che ben si colloca a pochi giorni dalla celebrazione del Natale del Signore. Rivolgo un caloroso saluto a tutti,…….. E saluto in modo speciale tutti voi, detenuti, manifestandovi la mia vicinanza. «Ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,36). Queste sono le parole del giudizio finale, raccontato dall’evangelista Matteo, e queste parole del Signore, nelle quali Egli si identifica con i detenuti, esprimono in pienezza il senso della mia visita odierna tra voi. …… La Chiesa ha sempre annoverato, tra le opere di misericordia corporale, la visita ai carcerati. E questa, per essere completa, richiede una piena capacità di accoglienza del detenuto, «facendogli spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie amicizie, nelle proprie leggi, nelle proprie città»). Vorrei infatti potermi mettere in ascolto della vicenda personale di ciascuno, ma, purtroppo, non è possibile; sono venuto però a dirvi semplicemente che Dio vi ama di un amore infinito, e siete sempre figli di Dio. E lo stesso Unigenito Figlio di Dio, il Signore Gesù, ha fatto l’esperienza del carcere, è stato sottoposto a un giudizio davanti a un tribunale e ha subito la più feroce condanna alla pena capitale. ………………

Giustizia e misericordia, giustizia e carità, cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore. Giusto per noi è “ciò che è all’altro dovuto”, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontà. E una cosa sembra escludere l’altra. Ma per Dio non è così: in Lui giustizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordiosa che non sia perfettamente giusta. …………

……………….So che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere ancora più amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sottolineano. E’ importante che le istituzioni promuovano un’attenta analisi della situazione carceraria oggi, verifichino le strutture, i mezzi, il personale, in modo che i detenuti non scontino mai una “doppia pena”; ed è importante promuovere uno sviluppo del sistema carcerario, che, pur nel rispetto della giustizia, sia sempre più adeguato alle esigenze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalità diverse di detenzione. 

Cari amici, oggi è la quarta domenica dell’Avvento. Il Natale del Signore, ormai vicino, riaccenda di speranza e di amore il vostro cuore. La nascita del Signore Gesù, di cui faremo memoria tra pochi giorni, ci ricorda la sua missione di portare la salvezza a tutti gli uomini, nessuno escluso. La sua salvezza non si impone, ma ci raggiunge attraverso gli atti d’amore, di misericordia e di perdono che noi stessi sappiamo realizzare. Il Bambino di Betlemme sarà felice quando tutti gli uomini torneranno a Dio con cuore rinnovato. …..

………Vorrei terminare dicendovi che la Chiesa sostiene e incoraggia ogni sforzo diretto a garantire a tutti una vita dignitosa. Siate sicuri che io sono vicino a ciascuno di voi, alle vostre famiglie, ai vostri bambini, ai vostri giovani, ai vostri anziani e vi porto tutti nel cuore davanti a Dio. Il Signore benedica voi e il vostro futuro!

 

(18 dicembre 2011: Benedetto XVI ai detenuti del carcere di Rebibbia)

 

Sono stato in questi giorni alla chiesa di San Francesco di Fiesole e nella sacrestia ho contemplato gli  splendidi affreschi raffiguranti le 7 opere di misericordia. Mi ha colpito la lunetta “visitare i carcerati”. Mi ha talmente colpito che ho deciso che quest’anno i miei auguri di Natale passeranno attraverso una piccola riflessione sulla realtà del carcere. Del resto se ne è occupata anche l’attualità politica: consiglio comunale e il Papa: visita a Rebibbia.

Gandhi ha lascito scritto “Il livello di civiltà di un popolo si misura dal rispetto che esso nutre per gli animali”. Mi verrebbe da aggiungere: Un detenuto non vale più di un animale? Eppure  le condizioni di vita nella maggior parte dei carceri italiani sono disumane.  Gli istituti di pena, secondo le normative vigenti, dovrebbero svolgere la nobile funzione di riabilitare coloro che si sono macchiati di reati.  Ma non è una vergognosa menzogna?

Le carceri in Italia, salvo rare eccezioni, sono laboratori criminali, in quanto moltiplicano all’ennesima potenza, i germi del male presenti in un uomo che delinque.

Pensiamo a un giovane finito in un istituto di pena per un piccolo furto: l’esperienza del carcere sarà devastante in assenza dei più elementari diritti umani, simile a un girone infernale che lo segnerà per tutta la vita.  I casi di suicidio in aumento sono un inquietante segnale. Come potrà uno Stato che si comporta in questo modo, ottenere rispetto e pentimento da quegli uomini?

 

Mi sono chiesto: cosa posso fare io. Oggi. Qui? Vi faccio una proposta. Perché non convogliamo il nostro buonismo natalizio verso un’opera di misericordia?

Ecco cosa vi propongo per augurarci vicendevolmente BUON NATALE.

 

Come molti di voi sapranno, da  anni collaboro con il carcere minorile IPM Meucci di Firenze (via degli Orti Oricellari). E’ un carcere di ragazzi, di giovani. Aperti alla speranza e al futuro. Spesso vado a trovarli portando iniziative e attività sportive culturali ecc. Conosco tanti ragazzi e vi posso garantire che la voglia di futuro che si respira è impressionante, assieme alla consapevolezza di avere pochi strumenti per costruirsi opportunità vere una volta fuori. Ebbene, parlando con il direttore del carcere, ci sono venute in mente due idee che vi proponiamo:

 

  1. Grazie all’acquisto di nuovissimi macchinari, da qualche mese è attivo all’interno del carcere un laboratorio di gelateria artigianale che serve per professionalizzare alcuni volonterosi ragazzi. Il carcere non ha, non può avere per ovvi motivi,  una rivendita all’esterno (non si può vendere ma solo chiedere un’offerta). Quindi ecco la proposta: quando fate una festa, un incontro, un forum, ordinate qualche chilo di gelato. Ve lo garantisco: è davvero buonissimo e i prezzi……….direi stracciati. (le offerte  vanno direttamente  ai ragazzi). Inoltre il carcere ogni  tanto apre una “piccola rivendita a offerta” in via della scala angolo via degli Orti Oricellari. Mandate una e-mail al direttore fiorenzo.cerruto@giustizia.it  Così sarete inseriti nella mailing list che vi segnalerà le aperture. E poi…. Potete sempre ordinarlo per voi…… il gelato.

 

  1. Questi ragazzi hanno principalmente bisogno di due cose: di imparare a scrivere in italiano, (la maggioranza è straniera o non alfabetizzata) e di aprirsi all’esterno (le poche volte che capita). Per questo chiedo a tutti voi di scrivere una cartolina di Buon Natale e/o Buon anno con dedica ai ragazzi del “Meucci”, (indirizzo: Direttore – IPM Meucci, via degli Orti Oricellari, 18  – 50123   Firenze) segnalando anche la vostra eventuale disponibilità ad entrare in corrispondenza con un ragazzo. Per motivi di privacy il vostro indirizzo non sarà comunicato. Pensate quanto potrebbe essere importante per un ragazzo, prendere carta e penna e raccontare la sua vita. Gli insegnati potrebbero aiutarli. Quindi doppia valenza: imparare a scrivere l’italiano e ricevere calore umano.   I pigri o i diffidenti possono sempre usare l’indirizzo e-mail. fiorenzo.cerruto@giustizia.it L’importante è rispondere a questo appello.

 

  1. Se a qualcuno poi interessasse andare a trovare questi ragazzi di persona, fatemelo sapere. A gennaio organizzeremo una visita e un incontro con le persone coinvolte in questa iniziativa.

 

Auguro a tutti che quest’anno SIA DAVVERO un Buon Natale per voi e per le persone a cui vi rivolgerete attraverso questa “opera di misericordia”. 

 

BUON NATALE  A UN RAGAZZO CARCERATO E  A TUTTI NOI.

 

In alto i cuori

 

Massimo Fratini

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